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      E quei che braman gli aquiloni, e quelliCui natura le calde aure destina.
     
      Ma di tutto questo, dopo la lettura, vi rimane niente impresso nella memoria? È una musica magnifica, sono versi stupendi per accento, specialmente quelli, su cui modellò molti dei suoi il nostro Prati, come l'ultimo:
     
      Cui natura le calde aure destina,
     
      i quali sono gli endecasillabi piú rimbombanti. Ma avete una notizia dell'isola Comacina? E sopra tutto, ne avete l'impressione? C'è la notizia esterna: il promontorio, l'ulivo, l'arancio, e il belato delle pecore e gli alberi carichi di frutti che maturano: c'è tutta l'impressione topografica, come ne' frammenti di Foscolo. Ma ciò perché fosse poesia, avrebbe dovuto riflettere un'anima impressionata da sí vago spettacolo. In questa descrizione marmorea, piena di particolari topografici e geografici, tutta buccia ed esterioritá, dove non sentite vibrare mai una corda del core che sente la natura, o dell'immaginazione che spinta dall'affetto crea un'immagine nuova, - tutto rimane freddo. Non c'è poesia perché vi manca il sentimento della natura. E perché questo sentimento è vivo sopra tutto ne' poeti tedeschi, - non è ora il caso di dire come e per quali ragioni - e perché non rimaniate nelle generalitá, e a ripetere semplicemente le parole: sentimento della natura; perché comprendiate che cosa è la natura sentita, voglio ricordare uno di quei poeti, uno de' piú illustri, Goethe. Ci ho pensato vedendo un lavoro d'un egregio letterato fiorentino, lo Gnoli.
      Quante descrizioni trovate ne' nostri poeti!


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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