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      Bernardo Tasso credeva far cosa prodigiosa descrivendo in trenta o quaranta maniere diverse la primavera, ed era applauditissimo. Eppure di tante ottave non rimane viva nessuna. Goethe dice presso a poco cosí: «Dai rami sbucciano i fioretti e mille voci dagli alberetti, e da ogni core letizia e giubilo». Mescolare insieme le voci degli alberetti e la letizia che sbuccia dal core come da' rami i fioretti, mescolare uomo e natura, sí che l'uomo, in certo modo, in quel momento diventa lui natura, - ecco il sentimento della natura.
      Passiamo ad un altro esempio. Supponete una sera, - poiché bisogna sempre collocare un soggetto nel suo posto - supponete una campagna e monti: la notte è imminente, il vento fischia precursore di pioggia e di tempesta. In mezzo a questi particolari Goethe mette un cavaliere che deve andare a vedere la sua amante: corre e corre sempre piú, e correndo descrive le impressioni che fa la natura nel suo animo. Cerchiamo renderci conto di questi particolari da cui esce una immagine che li comprende tutti.
      È sera. La sera gitta sulla natura il chiaroscuro: gli oggetti come ombre cominciano a tremarvi innanzi, a dondolare. Goethe dice: giá la sera cullava la terra. Il cullare è una immagine nuova che ha la forza di richiamare tutt'i particolari e vi presenta tutt'i fenomeni di quell'ora, quando pare che la sera pigli le cose e le dondoli. Se il poeta volesse descrivere tutt'i particolari della sera, vi si perderebbe dentro, e noi perderemmo l'impressione generale.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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