Pagina (502/590)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      E poi, essa è penetrata di una certa ironia che vi aleggia in segreto, e dá grazia e tepore8 allo stile naturale ed alla lingua corrente, - ironia che solo chi ha fiuto fino può distinguere, ma che all'ultimo si rivela e si traduce in grossa risata. Il papá, dopo tante spiegazioni, conchiude: - Figliuol mio, pensa che ho scherzato; devi ritenere il contrario di quello che ti ho detto, devi stare a ciò che ti dice il tuo maestro. - Quindi difende le opinioni de' classici, ma in modo da farne subito vedere l'assurditá e muovere a riso. Per esempio: - Studiare le letterature straniere? Ma se abbiamo Dante, Petrarca, Boccaccio e tanti altri grandi scrittori! Lavorare? Ma a che, se abbiamo tante glorie! Chi ardirá mettere le letterature straniere a paragone con l'italiana? Vorresti innamorarti del romanticismo? «Questo voler dividere i lavori della poesia in due battaglioni, classico e romantico, sa dell'eretico; ed è appunto un trovato di eretici; e non è, e non può essere cosa buona, da che la Crusca non ne fa menzione e neppure registra il vocabolo romantico.» Dire queste cose di Manzoni, di Grossi e di tanti altri, era lo stesso che muovere a riso.
     
      E poi:
     
      «Sia pur vero l'ozio letterario, di che ne si vuole rimproverati. Ma che potete voi dire di piú lusinghiero per noi? Questo nostro far nulla per le lettere, non è egli il documento piú autentico della ricchezza che n'abbiamo? Chi non ha rinomanza, stenti la sua vita per guadagnarsela. Chi non ereditò patrimonio, sudi la vita a ragunarne uno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





Dante Petrarca Boccaccio Crusca Manzoni Grossi