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      Oppure non ha veduto se non quelle freddure su cui il romanticismo si poggiava per la sua guerra futile al classicismo? Guardando cosí le cose, potete vedere quanto era ristretto l'orizzonte di Berchet allorché stava a Milano con Manzoni, con Grossi, con Cantú, con Tommaseo, con Pellico, con Torti.
      Se si fosse messo dal punto di vista al quale accenno comprendete che cosa poteva dire a' classici, e come avrebbe impedito al Monti di rispondergli. Poteva dire: Poco importa che l'Eleonora sia leggenda tedesca e di secoli passati, e rappresenti il fantastico di tempi creduli riprodotti da Bürger. Queste sono accidentalitá nella poesia. Molti dei poeti tedeschi che hanno rappresentato siffatte leggende sono morti, e Bürger stesso è rimasto nel second'ordine, quantunque Berchet lo metta accanto a Schiller ed a Goethe.
      Avrebbe potuto aggiungere: - c'è nella Eleonora una di quelle idee poetiche le quali rendono immortale un poeta, quando ad esse sa trovare la forma adeguata? - Che cosa è infatti la leggenda di Bürger? Ma è la Francesca da Rimini, trasportata dall'inferno sulla terra, è l'amore spinto sino all'infinito, sino a farsi un Dio dell'innamorato, o, come dice altrove Berchet stesso, sino a farsene un idolo, sino alla negazione di Dio, sino a trovare tutto nell'oggetto del proprio amore. Ed ecco una di quelle idee poetiche che rendono eternamente giovani Giulietta e Romeo, Francesca e Paolo, e, se alla sua idea il poeta avesse trovato forma adeguata, avrebbe dato eterna freschezza al viso di Eleonora.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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