C'è qui un uomo nuovo e che cosa è quest'uomo nuovo? Credete che uno il quale abbia quarant'anni quanti ne aveva allora Berchet, prima tutto Parini e Foscolo e Monti, poi tutto leggende romantiche, si possa spogliare ad un tratto de' caratteri acquistati? E, quantunque abbia in sé un mondo morale diverso non debba ritenere traccia alcuna dell'uomo che se ne va? Uomini nuovi che spuntino come funghi, non ce ne sono. Anche in questa poesia, in cui rappresenta sé stesso, lo vedete incalzato dalle forme anteriori, vedete le orme non ancora svanite di ciò ch'egli era stato prima. Come il geologo nelle nuove formazioni trova vestigi delle formazioni antecedenti, meno perfette, - cosí nell'ordine morale, quando un uomo entra in situazione nuova dalla quale è prodotta una trasformazione compiuta, non sen vanno tutte e ad un tratto le reliquie del suo stato primitivo. Gettate gli occhi sui Profughi di Parga, e subito trovate vestigi del classico imitatore di Parini e Foscolo e Monti, i vestigi del romantico traduttore e imitatore di Bürger e delle romanze e delle ballate, dei nuovi generi letterari a' quali si dava allora tanta importanza.
Che è infatti il principio dei Profughi? Ricordate con quanta semplicitá comincia Bürger. L'autore poteva dire: L'esule disperato, sta per gettarsi nel mare. Invece si presentano reminiscenze classiche, le stesse reminiscenze che si affollavano innanzi alla mente di Manzoni, il quale anch'egli dapprima fu classico. Ricordate la divina poesia:
S'ode a destra uno squillo di tromba,
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