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      Io né il suol de' tuoi padri a te posso.
      Né la bella ridar libertá;
      Ma se in te non prevale il rancore,
      Se preghiera fraterna č gradita,
      Dal fratello ricevi un'aďtaChe men grami i tuoi giorni fará.
     
      Č forse linguaggio di uno che insulta?
      L'inglese vuole pigliarsi spasso del greco ed umiliarlo?
      Noi che guardiamo le cose in modo pacato sentiamo che l'inglese mette tutta la sua delicatezza e cordialitá in quest'offerta. Se la facesse ad un uomo che non fosse infelice, che non avesse bisogno, starebbe bene, perché ciň che si offre col cuore si accetta col cuore. Ma ad un uomo caduto nel bisogno, che tutti sanno ridotto a stentare la vita, l'offerta anche piú delicata non puň riuscire gradita. C'č nella situazione qualche cosa che vela la veritá e muove subito al rifiuto come se si trattasse di umiliarti e di disprezzarti, e di crederti capace di tendere la mano. E tenderla poi a lui, a chi ti ha venduto la tua patria!
      Guardando la poesia in astratto, dal punto di vista della giustizia e della veritá, pare che l'esule oltrepassi ogni limite, e siamo disposti a pensare come la greca, la quale voleva indurlo ad accettare. Ma l'autore, infiammato dalle sue rimembranze, si trasporta in altro campo e vi presenta un uomo pieno di passione, sí che sentite tutta la realtá di queste parole:
     
      Tienti i doni e li serba ne' guaiChe la colpa al tuo popol matura;
      Lá, nel dí del dolor, troveraiChi vigliacco ti chiegga pietá.
      Ma v'č un duolo, ma v'č una sciaguraChe fa altero qual uom ne sia côlto:
      E il son io; - né chi tutto m'ha tolto


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590