Un altro gran creatore di mostri poetici - mostri, non nel senso del brutto, ma nel senso del gigantesco - è lord Byron. E sapete che egli è pure il creatore delle Medore e delle Ade; nel mezzo della tempesta fa splendere due occhi neri che leniscono ciò che è troppo crudo ed esagerato, nel Caino, per esempio, nel Corsaro. E ricordate quella soave e gentile Ofelia che versa tanta grazia nella solitudine di Amieto.
Berchet ha messo qui una donna, la greca, ch'è cosa nuova nella poesia italiana. Ella ci riconduce, dalla situazione troppo tesa, alla vita abituale. Avevamo le donne fiere di Alfieri e monotone e linguacciute, - avevamo le donne rassegnate e supplichevoli di Manzoni e di Grossi. Ella non ha nulla a fare né con le une né colle altre: è sé stessa, è un individuo poetico. Donna, non ha idee di patria come il marito, anzi quelle idee le maledice, le vorrebbe allontanare per placare il marito. - Non destarlo ella dice ad Arrigo, lascialo dormire tranquillo:
Ah! sien placidi i sonni, e dal ciglioSi trasfonda la calma nel core:
Né il funestin vaganti pensierChe gli parlin di patria, d'esiglio,
Che gli parlin d'oltraggio stranier.
Ella non è patriota nel senso politico, come l'esule. Per lei la patria è un complesso di quelle cose che possono interessare un'anima femminile, il tiglio romito
Che di Parga incorona l'altura,
il ruscello, la casa paterna, il bambino, la madre. Queste immagini, questi sentimenti possono commuoverla. L'odio profondo del marito, il furore, la disperazione, ella li comprende, ma non li sente, e rimane estranea ad essi.
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