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      Potete raccontare un fatto in modo che tutte le circostanze esigano il movimento rapido del decasillabo? No certo, ed allora sarete obbligati a tradurre qualcosa di normale e di placido, come la queta marea, in un metro impetuoso, poetico per eccellenza. Ecco la ragione per cui il decasillabo è tanto difficile, ed è cosí raro in Italia, tanto che si può dire Berchet abbia proprio creato un metro nuovo.
      Il decasillabo, l'ho detto, non potete dissimularlo, e quando volete, hic labor, hic opus. Se un poeta vi si mette a lavorare a freddo, produce cosa artificiale: ma quando ciò ch'egli dice erompe da una vera esaltazione, senza pensarci, trova il modo di dissimularlo.
     
      Guizza il fuoco: - la schiera animosaDe' mariti il difende: e appressarse
      La vanguardia dell'empio non osa.
     
      Guizza il fuoco: divampa - son arseLe reliquie de' padri; - ed il vento
      Giá ne fura le ceneri sparse.
     
      Sono versi maravigliosi. Il decasillabo vi scomparisce, perché spezzato in piú sensi distinti, perché non è il
     
      S'ode a destra uno squillo di tromba,
     
      tutto a un pezzo; ma risulta composto di due o tre movimenti staccati, quasi di due o tre versi, anziché essere un verso solo il quale precipiti rapidamente alla fine com'è la natura del decasillabo. Quando la donna dice gentilmente
     
      .... son arseLe reliquie de' padri;
     
      c'è una posa nel sentimento stesso, quasi dicesse: arse quelle ossa, tutto è finito; ed alla fermata interna corrisponde il fermarsi del verso. Pare anzi che «le reliquie de' padri» sia un settenario, unendosi, quel che segue, all'altro verso.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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