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      Si calava al ruscello vicino,
      Vi bagnava per l'ultima voltaNelle patrie fontane il bambino,
     
      e figlio di terra esecrata, e m'ispiri ribrezzo invincibile. Erano frasi scomunicate per i poeti, e Berchet le ha fatte valere. Quel che ha fatto Victor Hugo in Francia con la dismisura e l'esagerazione propria di lui, in Italia l'ha fatto Berchet senza saperlo, eccetto qualche volta, quando vuol essere un po' classico.
      Una donna che parla in mezzo alla strada ma concitata, piena di animazione e cantando, ecco l'immagine della poesia di Berchet e qui scorgete ciň che di vivo e di nuovo annunzia l'Esule di Parga.
      Mi sono fermato a questa poesia per darvi un'idea adeguata di Berchet; ma non potrei esaminare le altre ad una ad una: intanto vi ho posto il filo che potrá guidarvi nello studio delle rimanenti, di cui mi limiterň a presentarvi i lineamenti generali. Non ce n'č nessuna che non sappiate a memoria, e da questo appare ch'egli non č un poeta transitorio, ma una stazione perenne nella storia della poesia italiana.
      Innanzi a tutto guardate alle apparenze. Chi č Berchet? Mi potreste rispondere: un uomo tutto furore, tutto ira, tutto vendetta, un patriota nell'ultima esaltazione della disperazione. Eppure questa č la superficie. Gli italiani - eccetto Leopardi nel suo cerchio particolare - non hanno ancora una poesia cosí profonda da non essere semplice concitazione nervosa e di fantasia, e che parta dal cuore. Gli italiani parlano spesso in atto di sfida, e poi, se bene considerate, si sono sfogati gridando.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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