È passato un intervallo un po' lungo da che promisi di parlarvi delle Fantasie, e voglio credere che tutti abbiate sentito il bisogno di rileggerle, per non obbligarmi ad entrare in particolari troppo minuti, e perché ciascuno intendesse di che parlerò. Questa si chiama serietá di studi. Ricordo che, quando a Zurigo volli fare un corso sul Petrarca, trenta o quaranta signore comprarono il Canzoniere, ed un giorno prima volevano sapere di che avrei trattato, per leggere quelle poesie di cui mi sarei occupato. Ed aggiungo che questa serietá di studio ne' discepoli dá maggiore serietá al maestro, obbligandolo a studiare anche lui con maggiore attenzione.
Per tornare a noi, vi ho mostrato Berchet quale poeta militante, che scrive in mezzo agli avvenimenti, con memorie fresche e pungenti, con isperanze ancora verdi. Mescolato tra i combattenti, avvolto da un fuoco di fila, per dir cosí, il suo fucile è la penna, e la sua penna è piú potente di qualunque fucile. Per due o tre anni scrive canti patriottici, i canti del 21. È l'Italia del 21 che gli sta innanzi con i suoi minimi particolari, anche con quelli che il tempo divora rapidamente. Lo vedete con a fronte il soldato tedesco dal cimiero adorno di mirto; gl'italiani che giurano combattere per la libertá; la giovinetta paurosa di diventare sposa del tedesco; la madre palpitante pel suo figliuolo esposto al rischio di diventare sgherro degli oppressori; il romito sdegnato contro il viaggiatore che si appressa esultante al suolo d'Italia, bagnato di lacrime e di sangue.
| |
Fantasie Zurigo Petrarca Canzoniere Berchet Italia Italia
|