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      Tutti questi ed altri molti sono episodi del 21.
      Passano anni ed anni, dall'Italia non parte piú suono alcuno che annunzi possibilitá di riscossa. Il poeta vaga in terra d'esilio, contrae nuove abitudini, aspirazioni ad altri fini; comincia quella che dissi l'opera del tempo. Le Fantasie, infatti, sono scritte nel 1829, un bel pezzo dopo le prime liriche patriottiche. S'è detto che il tempo è distruttore. Sí, col tempo si può giungere a cancellare tutta una pagina della propria vita, si riesce ad incamminarsi per altre vie, in vista di altri orizzonti, si giunge a spegnere l'antico sé. Sí, tutto ciò s'è veduto e si vede; ma prima che cominci quest'opera di distruzione, nelle nature deboli specialmente, c'è un periodo lento di trasformazione. Il soldato, il poeta militante si trasforma a poco a poco, stando in paesi stranieri, volgendo la mente a scopo nuovo; e quel complesso d'idee e di sentimenti, materia delle poesie scritte in mezzo all'azione, non si cancella, si trasforma; e se il poeta ha tuttora la forza di produrre, tutto quel materiale anteriore, benché la base sia mutata, si ripresenta insieme col nuovo me sorto a poco a poco. Non vi maravigliate, dunque, se dopo sette anni il poeta torna romantico e si mette a tradurre ed a raccogliere canti popolari. E quando, messosi per altro sentiero, non vede piú in Italia nulla che alimenti le sue speranze, non vi maravigliate se in un momento di calore e d'ispirazione ripiglia la penna e vi presenta lo stesso fondo d'idee e di affetti; ve lo presenta trasformato in modo da produrre poesia nuova.


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La letteratura italiana nel secolo XIX
(Volume Secondo) La scuola liberale e la scuola democratica
di Francesco De Sanctis
pagine 590

   





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