Le Fantasie son tutte egualmente belle? Immortale e bellissima è l'ultima, - piena di vita quella del vinolento; nelle altre vi sono delle stagnazioni, delle freddezze, per quella miscela di Medio evo e di tempi moderni, - qualcosa che stanca talora, benché per la sua brevitá la poesia ci trascini e ci faccia correre appresso: la piú debole è quella che parla di Costanza.
Cosa è dunque Berchet? Quale giudizio definitivo ce ne date, dopo averne trattato con tanto amore?
Non ve l'ho giá indicato? Egli non è il poeta perfetto, - apre la via, vi gitta raggi luminosi, ma non è di quelli che, a guisa di statue storiche, segnano un'epoca. Vi dá motivi delicatissimi, sonate magnifiche; non vi trovate ancora l'orchestra, - quel tutto insieme, a larga base, sviluppato convenientemente, che chiamasi scuola, tutto un complesso di idee e di sentimenti. Se c'è poeta al quale possiamo paragonarlo, quell'è Andrea Chénier, che lasciò poche poesie, di cui una d'incantevole bellezza, - e fu condannato, giovane ancora, alla ghigliottina, e, mentre porgeva il capo al carnefice, dicesi sclamasse: Eppure! c'era qualcosa qui dentro! - La ghigliottina gli ruppe quel qualcosa, che andò col cervello a giacere nella cesta infame.
Entro Berchet c'era qualcosa che non poteva venir fuori durante la vita ordinaria, e uscí tutto intero in certi momenti straordinari. E cessati questi, se picchiate sulla sua fronte non sentite piú niente, al di sotto c'è il vuoto.
La prossima volta tratteremo del Niccolini.
[Roma, 3, 4 e 5 maggio 1874.]
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