L'uomo verso trent'anni è giá formato. Come fisicamente allora la sua salute è affermata, cosí allora si compie il suo essere morale ed intellettuale. Potete modificare quel primo arsenale di pensieri e d'immagini, mutare indirizzo, cangiare qualche cosa; ma il fondo, la sostanza, il modo come uno pensa e sente ed opera, riman sempre quello.
Fino a trent'anni Niccolini si forma in un mondo puramente letterario. Era uomo tutto dedito alle cose greche e latine, che poteva riuscire eccellente filologo se cacciava lungi da sé le velleitá della poesia, per la quale non era nato; che poteva fare buona prova negli studi storici, e invece si mise a fare il poeta sol perché scriveva buoni versi. Anche quando a lui si affaccia la coltura moderna, rimane quel che l'educazione l'ha fatto, rimane come rimase Foscolo, un puro classico. Dopo ciò, dovete comprendere perché la sua idea è proprio quale l'ha trovata in Dante e l'ha vista in Machiavelli, riprodotta in altri scrittori, fuori del mondo moderno; - ed egli la riproduce con convinzione e con dottrina, ma senza imprimervi la sua fisonomia.
Perciò, se chi fa la storia della letteratura italiana, vorrá indicare l'uomo che in tutta la sua vita ha rappresentato quell'idea, dirá: è Giambattista Niccolini. Ma se si domanderá: che influenza ha esercitato quell'idea? rimarrá muto, non volendo essere poco rispettoso verso un sí dotto uomo; muto, perché l'idea rimane sterile, spoglia dei sentimenti e de' concetti che fanno impressione su' contemporanei e producono sentimenti e concetti nuovi, e generano l'avvenire.
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