L'indomani a' suoi amici, che gli domandavano perchè non era intervenuto a una così bella gita, raccontò il fatto, ed essi lo approvarono dicendo che una così rara soddisfazione valeva meglio che i folli piaceri d'una scampagnata.
- Ma tu hai dato tutto il tuo gruzzolo al poverello? gli domandò un amico.
- Sicuro, era l'ultimo pezzo da lire 5 che mi rimaneva, rispose egli.
- Ebbene, noi siamo amici; mancano quattro giorni alla fine del mese, puoi abbisognare di qualche cosa. La mia borsa non è tanto ben fornita, ma io la metto a tua disposizione!...
* * * * *
Pochi anni dopo, la rivoluzione del 1789 scoppiava. La plebe inferocita sfogava il suo furore da lungo tempo represso su tutto ciò che le pareva colpevole. L'aristocrazia fuggiva, il re era prigione, l'esercito disfatto. Nel decimo giorno circa del furore plebeo un giovane elegantemente vestito si difendeva a stento dalle ingiurie e pur troppo dalle busse dei popolani, e certamente non sarebbe uscito di là colle proprie gambe se un giovane operaio, fattasi la via a forza di gomiti, non avesse fatto il largo attorno al nostro eroe con due poderosi pugni. E presolo per mano gridò: "Guai a chi lo tocca! Questi è un amico del povero, un consolatore degli afflitti; senza di lui io sarei morto di fame" E rivoltosi al giovane, dissegli: "Venite, vi condurrò a casa, questo quartiere non è sicuro per voi!" Quell'operaio era l'affamato dell'osteria, quel giovane elegante era Edmondo Derval!
PARTE SECONDA.
I piaceri della giovinezza e loro igiene.
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Quell Edmondo Derval
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