PARTE TERZA.
I due lati dell'Amore.
Non sempre l'amore è causa di gioie pure ed infinite; talvolta lo è di dolori e di una vita sventurata. Se giovani lo si cerca e lo si brama, in seguito poi a qualche disillusione si cerca di fuggirlo e lo si maledice.
Esso, come già dissi, spinge gli uni alla gloria; gli altri, perchè comanda la devozione e l'ubbidienza, all'ignominia, al tradimento!
Eppure l'amore è l'ideale di tutti; tutti pongono in esso i loro sogni, le loro speranze. Ma guai a chi leggiermente vi s'abbandoni! Prima di cadere completamente nei lacci d'amore bisogna ponderare ben bene dove esso ci potrà condurre.
L'amore ha un lato vivace, sorridente, che ci attrae; l'altro è tetro, imbronciato, che ci disgusta.
L'amore puro, timido e casto appartiene al primo genere. Esso è l'amore che deve formare la felicità nostra, è un amore tutto poetico e lusinghiero.
Al secondo appartiene l'amore irato, focoso, che è funestato dalla gelosia. Guardiamoci da questo, perchè il fuoco che arde nei nostri petti ben presto si consuma senza poter nulla di poetico godere. Esso è un amore direi quasi despota e tiranno.
È vero che all'amore nulla può comandare, ma è bensì vero che gli si può resistere con un grandissimo sforzo di volontà. Tocca ai genitori di mostrare ai loro figli il lato brutto e pericoloso, tocca ad essi, dico, ad arrestarli sul lubrico cammino che conduce ad una vita desolata, piena di pianti e di tristezze.
Guardatevi pure, o giovinetti inesperti, dagli amori volubili, gelosi e violenti.
| |
Amore
|