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      Dopo tre mesi però, dacchè Horimonte era fuggito, ella ricevette una lettera da lui scritta, nella quale egli domandava mille perdoni alla moglie, e la supplicava di riceverlo ancora sotto il tetto coniugale. Inutile dire che questa domanda fu lasciata senza risposta. Egli fu così vile da scriverne un'altra alla quale rispose il padre d'Eugenia in questi termini:
      I legami che esistevano un tempo tra mia figlia e voi sono oramai rotti per sempre. Noi ne abbiamo fatto il solenne giuramento. Tra poco la legge pronuncierà il suo voto. La vostra brutale e codarda condotta ci ha spinti a questo passo. Non cercate di rivederci. Per noi non dovete esistere sulla terra.
      Questa lettera laconica, e pur tanto espressiva, esaspirò il nostro bellimbusto. Mai non avrebbe pensato che sua moglie così timida avesse avuta tanta forza d'energia. Invano scrisse ancora, intromise terze persone; padre e figlia furono irremovibili.
      Allora disperato, vedendo che nulla poteva ottenere colle buone, bestemmiò, imprecò e giunse persino a scrivere una lettera piena di minaccie ad Eugenia.
      Ma questo atto gli costò caro, perchè un agente di polizia s'incaricò di portargli la risposta, e fu una risposta amara amara. Dovette umiliarsi a chiedere perdono all'agente, dichiarando di conoscere la sua mancanza e di andare tanto lontano di maniera che i signori D.... più non udissero parlare di lui.
      Ed infatti quel codardo non solo abbandonò la città ma esule volontario andò a finire tra la rabbia ed il dolore i suoi giorni in estraneo paese.


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Igiene dei piaceri secondo le età i temperamenti e le stagioni
di Auguste Debay
G. Gnocchi Editore Milano
1886 pagine 97

   





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