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      È un passatempo abbastanza istruttivo assistendo a un numeroso pranzo di famiglia di osservare sulle fisionomie di diversi le varie impressioni provocate dagli organi del gusto e dell'odorato.
      Voglio ora trascrivervi un raccontino fattomi da un amico all'uscire da un lauto e copioso banchetto. Eccolo:
      Esistono i due proverbi: vivere per mangiare e mangiare per vivere. Proverbi entrambi da evitarsi. Ecco perchè presi la via di mezzo. Io mangio principalmente per vivere, ma in certo qual modo vivo anche per mangiare. Se gusto, se assaporo una vivanda gli è perchè io sono un essere superiore al bruto che inghiottisce gli alimenti per puro istinto; si è perchè io sono un uomo intelligente che voglio servirmi di tutti i sensi che l'Ente Supremo mi ha concesso; si è perchè voglio fare onore al Lucullo che mi ha invitato alla sua mensa e al cuoco che ha preparato le succose vivande. Non è forse vero quanto vi ho detto? Vi scorgete l'ombra di una biasimevole leccornia? Del resto, signori miei, leccardi non possono essere tutti, perchè per aguzzare il senso del gusto occorre uno studio speciale che io feci con cura amorosa.
      In primo luogo dovetti attenermi ad un severo regime per sviluppare questo senso, regime al quale forse non tutti si assoggetterebbero, e giunsi ad un discreto risultato dopo un corso di fisiologia degli organi e dei sensi. Volete il riassunto delle mie osservazioni? Eccolo.
      Ma quì non voglio infastidire il lettore con questi appunti che si possono trovare più estesi in un trattato di storia naturale.


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Igiene dei piaceri secondo le età i temperamenti e le stagioni
di Auguste Debay
G. Gnocchi Editore Milano
1886 pagine 97

   





Ente Supremo Lucullo