La natura in autunno cambia ancora di aspetto. Le mattine e le sere si fanno sempre più fresche, l'aere è più mite. L'autunno è l'epoca dei viaggi nei paesi meridionali; è l'epoca della caccia.
Riguardo a questo piacere dobbiamo dire che se è spinto alla fatica diventa nocivo alla salute. Alla caccia bisogna guardarsi dalle correnti d'aria fresca quando si è in traspirazione, nel bevere quando si è sudati, o dall'attraversare qualche acqua quando i piedi sono riscaldati dal percorso cammino. Queste sono norme che non si osservano quando siamo in preda all'entusiasmo di inseguire qualche lepre, ma che dovrebbero seguirsi per non prepararsi delle infermità.
Un altro piacere per i proprietarii di terre è quello di assistere al raccolto e principalmente alle vendemmie. Nei paesi viniferi si danno delle feste campestri, come le colazioni, i pranzi, i balli, feste che ci tornano gradite, perchè nuove e purificate dall'aura imbalsamata della campagna. Ma la seconda metà dell'autunno non presenta questi dolci piaceri. Essa è triste, melanconica. La natura si spoglia de' suoi verdi colori, gli alberi nudi sono tetri, gli augelletti più non gorgheggiano, le brine cominciano a coprire la terra, l'aquilone freddo sibila fra i rami, le nebbie, le pioggie sono frequenti, i torrenti straripano, i raggi solari si affievoliscono, la natura si addormenta per ridestarsi più viva, più appariscente in primavera.
L'autunno però, sebbene abbondante in piaceri, è pure abbondante in malattie. Queste provengono dai cambiamenti repentini di temperatura che sono frequentissimi in autunno.
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