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      - Convenzionalità, o, peggio ancora, prestiti ad usura, che si devono restituire a un dato tempo. Questo non entra nella questione. Io, dici tu, ho voglia di leggere il Quo vadis? E va bene; ma appunto perché ne ho voglia non lo leggo. Che cosa è il desiderio? Un moto incosciente, un istinto: basta esaminarlo per farlo cessare.
      - Ma dal momento che tu hai voglia, vuol dire che non hai esaminato ancora il tuo desiderio - disse finalmente Antonio.
      - Oh, ecco il sofista! Ma io sono cosciente anche quando sono incosciente: ho ancora la coscienza della mia incoscienza.
      - Tu sei mostruosamente sottile, - riprese Antonio un po' ironico, - ma non rispondi mai a tono.
      - E che cosa è il rispondere? - ella chiese, guardandolo fisso con gli occhioni grigi socchiusi, quegli occhi un po' misteriosi, canzonatori e ingenui e severi ad un tempo che talvolta gli incutevano paura.
      - E la posa che cosa è? - disse Marina ridendo.
      - La posa è la virtù delle persone insufficienti, come te... ed altre!
      - Meglio insufficienti che anormali - disse Marina.
      - Si è più felici - aggiunse lentamente e un po' tristemente il giovine.
      - Che cosa è la felicità? Voi, gente normale, non sapete neppure definirla; ne parlate come parlate di Quo vadis? e di tante altre cose, ma non sapete quel che vi dite. Io sarò squilibrata, come voi dite...
      - Chi lo dice? - gridò Antonio.
      - Tu lo dici.
      - Non solo, ma anche matta! - aggiunse Marina.
      - Anche matta, benissimo. Ma tu che chiami matta una matta che cosa sei?
      - Io dico la verità...


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





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