- Allora sei capace di dire cieco ad un cieco, per insultarlo. Ecco che cosa siete voi, i normali, i sani, gli incoscienti, che leggete Quo vadis? perché lo han letto due milioni di persone, e leggete la Famiglia Polanieski perché è dello stesso autore.
- Tu pure leggi la Famiglia Polanieski! - disse Anna trionfante.
- Ma ho forse letto Quo vadis? E leggo la Famiglia Polanieski anzitutto perché l'ho comperato io, poi perché appunto non ho letto Quo vadis? Del resto non mi piace. È la solita storia d'amore: moralità immorale. Mi piace solo un personaggio: Bukaski.
- Perché ti rassomiglia.
- Scusa, io non sono né tisica, né brutta. Io sono rosea ed ho un bel profilo - diss'ella con vezzo infantile e con fine civetteria, passandosi un dito sul naso. - Io sono sana e bella. Sono bella o no, Antonio?
Egli la guardò e sorrise.
- Sì - disse dopo un momento.
E la madre e le sorelle di Maria non protestarono, perché erano abituate alle piccole stranezze di lei. D'altronde ella era veramente bella, coi capelli chiari rialzati sulla fronte lucente, e gli occhi lunghi, luminosi: la camicetta rossa, col colletto bianco da uomo, dava un riflesso roseo alle guancie infantili ed a tutto il volto abilmente incipriato.
- Bella, ed anche modesta! - osservò soltanto la piccola Anna, che s'era messa a leggere un giornale e pareva non ascoltasse.
- Ma! - esclamò Maria. - Vuoi andare a letto, tu, piccola pettegola? Va, va a letto, e pensa che la modestia è una parola.
- Oh, Dio! - gridò Anna, fingendo di non aver udito.
| |
Quo Famiglia Polanieski Famiglia Polanieski Anna Quo Famiglia Polanieski Quo Bukaski Antonio Maria Anna Maria Dio Anna
|