L'opera d'arte deve creare; deve essere più evidente e più acuta della storia. Vedi, per esempio, in Guerra e pace: Napoleone ci appare diverso dal Napoleone della storia, ma è così potente e vera la figura creata da Tolstoi che noi diciamo a noi stessi: «Napoleone è questo, non già quello che conoscevamo». Nella Famiglia Polanieski poi, Sienkievicz si ripete alquanto; Petronio rivive in Bukaski, Vinicio nell'antipatico Polanieski. E così altre figure. Con questo non intendo dire che Sienkievicz non sia un grande e potente artista; ma il suo successo mi pare esagerato, ed anche ingiusto, in confronto a quello degli altri autori. È forse da paragonarsi a Dostojewsky? Eppure chi in Italia, tranne qualche studioso, conosce Delitto e castigo? Cominciando da te, che sei la ragazza più intelligente del mondo, (ella sorrise beffarda, ma di nuovo si compiacque) e terminando con Pietro mio fratello, che più modesto di te dice di essere il più intelligente italiano, non avete letto Delitto e castigo.
- Hai letto, nell'ultimo numero del Marzocco la Morale di Polanieski? - chiese Maria.
- Sì. Ma solo fino ad un certo punto divido le idee dell'articolista.
- Fino a qual punto?
- Te lo dirò poi.
- Io so fino a qual punto - ella disse, animandosi nuovamente d'una cupa fiamma. E si alzò, avviandosi alla porta vetrata che dava sul giardinetto.
Ella era alta ed elegante: la gonna nera un po' corta lasciava vedere due piccoli piedi calzati con scarpine scollate e calze rosse. Antonio la seguiva con sguardo acuto, fissandone tutta la persona; ed ella sentiva quello sguardo, e se ne irritava e compiaceva nello stesso tempo.
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