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      Inoltre Maria s'accorgeva perfettamente che alla presenza di Antonio ella mutava sempre di aspetto, facendo la graziosa come l'ultima delle civette, cambiando voce, passo, sguardo, sorriso; ma anche volendolo non avrebbe potuto fare altrimenti.
      Dopo aver guardato attraverso i vetri, improvvisamente aprì le imposte e stette nel vano della porta, guardando lontano. La notte era limpida, tiepida: dietro il muro del giardino un chiarore d'oro annunziava il sorgere della luna.
     
      Marina continuò a leggere: una giovane domestica, pettinata signorilmente e stretta in un corsetto di velluto nero, entrò e si mise a sparecchiare la tavola. Allora Antonio andò presso la fidanzata, che pareva l'avesse completamente dimenticato, ed anch'egli guardò lontano.
      Maria si sedette sugli scalini che dalla porta scendevano in giardino, e il giovine le si mise accanto. Un pergolato di vainiglie stendeva i suoi ciuffi neri sopra il loro capo: dai campi, dal giardinetto selvatico, invaso da scheletri di alti melograni spinosi, venivano tiepidi soffi e un odor d'erba, quasi primaverile.
      - Che bella notte! - disse Maria, con voce un po' commossa. - Par d'essere d'aprile, in campagna.
      - E non siamo? - disse Antonio, guardando il cielo. - Subito là, dietro il giardino, non c'è la collina con la pineta?
      Ella non rispose, distratta, col pensiero evidentemente rivolto altrove. Egli le prese una mano e le chiese con voce sommessa:
      - Fino a qual punto?
      - Fino a qual punto che cosa? - diss'ella, scuotendosi.
      - Fino a qual punto io non divido le opinioni di quello scrittore?


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





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