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      - Ah, - ella esclamò, ricordandosi, - vuoi che te lo dica? Sinceramente?
      - Sinceramente.
      - Tu non le dividi affatto. Poiché anche tu credi borghesemente che possa esistere una casa di campagna; con dei fiori, dei libri, dei bimbi; con una moglie bella, buona e feconda: e che tutto ciò possa essere la felicità.
      - E non è?
      - E non è.
      - Cosa dunque, dove dunque sarebbe la felicità? Nelle città, tra la falsità degli uomini e delle cose? La felicità è il sogno, lo so, la visione di un mondo interiore, tutto nostro; ma siccome questa gioia noi possiamo gustarla completamente soltanto lontani dal contatto degli uomini, così io credo che in una casa di campagna, con dei fiori, dei libri, dei bimbi; con una moglie bella e buona, possa trovarsi la felicità.
      - Cosa è la felicità? Una parola anch'essa. Non esiste, appunto come tu dici, che in sogno; ma né la campagna, né la città, né gli uomini, né le cose possono dare questo sogno.
      - Come? - egli disse, portandosi la mano di lei al volto. - E questa non è felicità? Non senti tu, come la sento io, la gioia di essermi vicina? E il nostro sogno di felicità? Non saremo noi felici?
      - Chi lo sa? - ella disse con voce accorata.
      Egli provò un senso di terrore, e tacque impietrito. Non era la prima volta che Maria gli faceva paura, spalancandogli con le sue tristi parole un mondo vuoto, buio e freddo come la notte; ma quella sera la voce, il gesto, lo sguardo di lei erano più tetri che mai.
      - Tu non mi ami - egli disse ad un tratto animandosi. - Se tu mi amassi non parleresti così. Tu leggi troppo, ma non sai ancora cosa sia la vita.


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





Maria