Nel farlo la prima volta, Dio, vedi, s'è sbagliato...
- Io credo che sia avvenuta la stessa cosa con te... - disse la signora.
Maria rise più forte; poi uscì ancora nel giardino, nonostante le proteste e i richiami della madre, e si mise a cantare.
«L'altra notte in fondo al mare...».
- Sbagliati, sbagliati tutti e due - pensava mentre cantava. - Ecco perché ci siamo incontrati e ci amiamo. Perché io lo amo, sì, e forse lo sposerò: ma bisognerebbe ch'egli capisse... bisognerebbe ch'egli capisse come è fatto il mio amore, e, sposandomi, promettesse di non sfiorarmi neppure la mano... Io lo amo, ma la sua persona mi fa paura, come a lui fa paura l'anima mia!
«... il mio bimbo hanno gittato...».
Azar, intanto, col colletto del soprabito rialzato e le mani in tasca, camminava frettoloso verso la città. La luna illuminava la strada bianca e solitaria, a destra della quale sorgeva qualche villino, e qualche pino, di tratto in tratto, nereggiava come un buco sullo sfondo del cielo chiaro; a sinistra stendevasi un melanconico panorama di pianure seminate di villaggi grigi e di stagni argentei, e chiuso da montagne lontane: nuvole color di rame viaggiavano dietro la luna, inseguendola lentamente.
Antonio amava molto quel panorama e spesso usava fermarsi sull'orlo della strada per contemplarlo; ma quella sera non si fermò. Si sentiva triste, seccato, raffreddato; ogni tanto si chinava per starnutire, e un sottile malessere gli fiaccava tutta la persona.
- Ella lo fa per tormentarmi - pensava, ricordando parola per parola gli strani ragionamenti di Maria.
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Dio Maria
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