Gruppi d'uomini chiacchieravano qua e là; il cielo era puro, l'ora tiepida, la luna chiara, e le voci ed i rumori vibravano nella serenità della notte quasi primaverile. Antonio si sentiva trasportato da diversi sentimenti; invidiava la spensierata gaiezza del Carradori e di Pietro, ma a momenti guardava i due giovani con pietà sprezzante, giudicandoli frivoli, insufficienti, inferiori a lui.
Ed intanto egli taceva, e gli pareva di farlo sdegnosamente, mentre in fondo si stizziva di non poter prendere parte alla conversazione.
- Pietro ha promesso di venire con me quest'estate nell'Engadina, o nella Valtellina - disse ad un tratto il Carradori, rivolgendosi ad Antonio. - Ci venga anche lei: ci divertiremo tanto. Io ci sono stato tre anni fa. Se vedesse che paesaggi, che donne belle ed eleganti...
- Pietro ha promesso! Dove potrà andar egli?... - disse fra sé Antonio, con ironica amarezza. E starnutò: poi rispose con franchezza quasi rude:
- Io andrò a passar le vacanze da mio padre. Per andar in Engadina, o altrove, occorrono molti soldi, specialmente d'estate. Ho letto che in Engadina si spendono trenta lire al giorno, in un albergo ove ci si annoia e si muore di fame. Ma le pare?
- Oh, trenta lire, prego di credere! - protestò Pietro. - Con meno! Con meno!
- Non so, - disse Antonio, - io sono selvatico: nelle vacanze amo meglio andarmene nel nostro altipiano.
- Capisco, - rispose il Carradori, - quando si hanno campagne proprie, come le hanno loro, è bello passarci l'estate, e magari tutto l'anno.
| |
Carradori Pietro Engadina Valtellina Carradori Antonio Antonio Engadina Engadina Pietro Antonio Carradori
|