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      Anch'io amerei una bella campagna tutta mia, tutta solitaria, silenziosa, e con uno sfondo marino... - concluse con un grazioso sorriso, aprendo le mani per significare che non possedeva nulla.
      Antonio capì che il fratello aveva parlato del selvaggio e piccolo terreno, ove il padre pascolava il gregge, come di grandi e ameni possedimenti, e suo malgrado si mise a ridere.
      Pietro lo guardò, comprese perché Antonio rideva, e anch'egli rise. Pareva tutto contento di sé, e con gli occhi diceva al fratello:
      - Stupido, bisogna far sempre credere quello che non è.
     
      Poco dopo i due amici invitarono Antonio a recarsi con loro ad un teatro vicino, perché, dicevano, dovevano condurre a cena una delle più belle artiste. Antonio ebbe desiderio di accettare, ma tosto si sdegnò fra sé di questo desiderio, e s'avviò solo a casa.
      - Ebbene, - pensò, dopo fatto qualche passo, - perché mi sono sdegnato al pensiero di unirmi a loro? Io li credo inferiori a me, e intanto li invidio.
      Egli abitava quasi al confine della città: davanti al suo balcone stendevasi un giardino; più in là sorgeva una chiesa antica, su uno sfondo di colline coperte di pini; al sud brillava il mare. Giunto nella sua cameruccia, Antonio accese il lume, spalancò il balcone, guardò il giardino, la chiesa, il mare e le colline illuminate dalla luna, pensò a Maria e si sentì improvvisamente allegro.
      No, non era vero; egli non invidiava nessuno, egli si sentiva superiore a tutti, egli si sentiva felice. Ma un momento dopo lesse la lettera del padre, e tornò a rattristarsi.


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Amori moderni
di Grazia Deledda
pagine 48

   





Antonio Antonio Antonio Maria