Gli pareva d'esser ancora nel giardino selvatico, davanti alla luna sorgente, con la testolina strana di Maria appoggiata alla sua spalla.
- Maria, - egli le diceva sommessamente, - il professore Carradori ti rassomiglia davvero; è bello, elegante, ma se tu ti innamorassi di lui, egli non sarebbe capace di comprenderti. Io sono brutto, ma io solo ti capisco, io solo ti posso amare come tu devi essere amata. Senti, - diceva poi, ricordandosi la lettera di suo padre, - mi viene un'idea, a proposito di Pietro. Se io lo sgrido egli è capace di dirmi: «ma forse non vivono tutti come vivo io? Cominciando dalla famiglia della tua fidanzata, non vive essa in una brutta casa fuori di città per poter frequentare il teatro, sfoggiare vestiti e passeggiare in carrozza? Apparenza, caro fratello, tutta apparenza: nel mondo si vive solo d'apparenza. Se nostro padre ha dei soldi nascosti perché non devo chiederglieli? Dopo tutto è per figurare e così procurarmi più presto una posizione...».
Ora pareva ad Antonio di sentire la voce lenta ed un po' fiacca di Pietro, e non ricordava che era egli a parlare mentalmente con Maria. La voce di Pietro continuava:
«Presenta al mondo due donne; una buona e intelligente, magari bella, ma vestita modestamente, che non dica frascherie, che non si agiti, che stia raccolta e pensosa; e l'altra una fraschetta qualunque, elegante, stretta nel busto, coi capelli riempiti di stoppa, con due o tre perle false sul petto: quest'ultima sarà l'amata, l'ammirata, la felice.
| |
Maria Carradori Pietro Antonio Pietro Maria Pietro
|