Ella parlava bene, era briosa, arguta, savia. I suoi occhi splendevano quando guardavano Antonio, la sua bocca sembrava una rosa.
Ella era tutt'altro che ingenua, ma dalla sua malizia sana e sincera e dai suoi discorsi, come da tutta la sua persona, emanava un profumo di macchia, selvaggio e inebriante.
- S'io fossi rimasto in paese! - un giorno le disse sinceramente Antonio. - Avrei anch'io fatto il pastore e ti avrei sposato, Colomba!
- Chissà però se io avrei voluto.
- Ah, è vero. S'io fossi stato pastore tu non mi avresti guardato. Mi guardi ora, perché sono professore.
- Vero - ella rispose, senza capir bene quello che diceva.
- Come quell'altra! - pensò Antonio, e volle colpirla.
- Ma sai tu cosa vuol dire esser professore?
- Sicuro che lo so. Professore è un uomo istruito, che sa molte cose, che conosce le stelle, le erbe, tutti i fatti che sono accaduti da quando fu creato il mondo; e... che pure è come tutti gli altri uomini... - ella concluse con un fine sorriso di ironia.
- Tu hai ragione, Colomba; ma tu non sai una cosa: che un pastore ti può sposare, e un professore no.
Ella impallidì, d'umiliazione, e fu per rispondere vivacemente; ma fu vinta subito da un profondo accoramento; capì che Antonio aveva ragione, e disse solo:
- Lo so.
- Tu lo sai! Come lo sai?
- Io non sono istruita.
- Tu lo sai! - egli ripeté, un po' stupito. - E allora perché mi vuoi bene?
- Chi le ha detto che io le voglio bene?
- Tu.
- Io? E come?
- E come? Con gli occhi! Come vuoi tu che un professore, che sa tutti i fatti accaduti dopo la creazione del mondo, non si accorga quando una donna gli vuol bene?
| |
Antonio Antonio Colomba Antonio Colomba Antonio
|