Vieni.
- M'aspetti pure! - diss'ella ridendo ironicamente. - Starà fresco!
Si separarono quasi nemici, ma al sorgere della luna Antonio si trovò accanto alla muriccia della tanca, quasi certo in cuor suo che Colomba sarebbe venuta al convegno.
La notte era limpidissima, silenziosa; sul confine del cielo splendido come una lastra d'argento, saliva lentamente la luna. Qualche cosa di solenne e di arcano era in quella notte luminosa e dolce: le pietre, le macchie, la linea chiara delle stoppie, i profili azzurri delle montagne delineati sui vaporosi orizzonti, tutto l'altipiano infine e tutto il panorama parevano assorti in un sogno di pace suprema, sotto il cielo purissimo.
Sulle prime Antonio si rattristò, come sempre, sentendosi solo in quella infinita solitudine.
Tuttavia pensò:
- Tutti gli artisti si rallegrano allorché si trovano davanti alla natura semplice e pura. Io mi rattristo, invece, nel trovarmi solo, qui, mentre ho sempre sognato la solitudine, la vita campestre; mi pare che tutto sia morto intorno a me, e ch'io solo viva, anzi, che sia morto anch'io... Ma ecco là Colomba! O non è lei? Viene una persona dal sentiero, ecco: è lei, è lei! No, è un pastore: no, è lei, proprio lei!
Socchiuse gli occhi e rimase immobile, un po' curvo sul muro.
- È Colomba, è Colomba! - pensava. E stupì nel sentirsi battere il cuore.
Lo assalì un impeto di gioia; avrebbe voluto slanciarsi incontro alla fanciulla, ma ebbe paura di farla retrocedere, e attese quasi ansiosamente.
- Viene! - intanto diceva a sé stesso.
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