Gli pareva di aver Colomba ancora tutta vicina, e ripeteva fra sé le parole che si erano dette; ma tutto ciò lo lasciava triste. Di nuovo un gran vuoto, una gelida visione di morte si fece intorno a lui.
Il ricordo di Maria, della strana e fine creatura che lo aveva abbandonato, risorse nella sua anima, e non più con rancore, ma con tenerezza accorata. Era come un ricordo nostalgico, d'una dolcezza inenarrabile.
Gli pareva fosse stata lei, la sottile fanciulla, a parlargli d'amore in quella pura notte di luna, nella solitudine dell'altipiano; lei, dimentica di ogni artifizio, buona, appassionata, sincera come Colomba: ed egli s'inteneriva fino alle lagrime.
L'idillio proseguì per tutto l'autunno. Antonio non era molto innamorato di Colomba, ma la cercava, s'inquietava quando non riusciva a vederla, e trovava un po' di pace stando vicino a lei. Ed ella metteva in opera tutta la sua intelligenza selvaggia per riuscirgli gradita. Mai una parola volgare usciva dalle sua labbra: quando si recava ai convegni con lui era sempre vestita con ricercatezza, calzata bene, ben pettinata, con le mani pulitissime e i denti lucenti. Sul seno poneva mazzetti d'erbe aromatiche che la profumavano tutta, e cerchiavasi il collo con ornamenti di argento e di corallo. Il suo linguaggio amoroso era figurato e appassionato, ma traboccava di sincerità, e piaceva assai ad Antonio.
L'idillio non dispiaceva al giovine professore, ma qualche volta lo turbava.
- Che accadrà? - egli pensava. - Fra poco io devo andar via, ed ella resterà qui ad aspettarmi, a trascorrere invano la sua fanciullezza.
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