Non è una cattiva azione la mia?
D'altronde non vedeva senza dispiacere avvicinarsi la fine della vacanze, e diceva a sé stesso:
- Io me ne andrò, e lascerò tutto ciò che è fresco, sano, sincero, per tornare nella falsità corrotta del mondo. Perché non potrei sposare Colomba e condurla con me? È la sola donna che mi ama e mi amerà sinceramente. Non è povera, non è stupida: che pretendo io? Sono un uomo stanco e finito; credo poco alla passione, alla felicità, ma forse troverei un po' di pace stando vicino ad una persona che si incaricasse di vegliarmi come un bimbo, di pensare per me a tutte le piccole miserie della vita materiale, di non curarsi d'altro che del mio benessere. E Colomba lo farebbe con entusiasmo.
- È vero, - continuava a pensare, - in tutto questo c'entra un po' di calcolo, ma tutto è relativo. Questo calcolo, che a Maria sarebbe parso una mostruosità, per Colomba costituisce la maggiore felicità possibile. Ella d'altronde non può neppure immaginare che la moglie possa essere altra cosa che la schiava del marito, specialmente se il marito sarò io.
A misura che ci pensava, il progetto gli sembrava sempre più naturale; però non osava neppure accennarlo a Colomba, e aspettava che l'idea maturasse bene.
Intanto s'avvicinava il giorno della partenza. L'aria s'era rinfrescata, l'autunno spandeva nuovi incanti sull'altipiano: i rovi verdi brillavano di more mature, l'erba rinasceva sotto le macchie. Anche Colomba parve assumere un nuovo aspetto; diventò più dolce, più tenera, più intelligente.
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