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      Antonio non riusciva a capire come ella potesse venirgli attorno e concedergli spessi e lunghi convegni senza venir mai scoperta dai parenti.
      Egli temeva sempre che l'idillio terminasse in dramma, e spesso, stando assieme con Colomba, si guardava attorno spaurito.
      - Perché temi? - ella gli disse un giorno. - Se ci scoprissero sarei io sola a soffrirne!...
      - Ed è questo che io non voglio.
      - Che importa, Antonio Azar? Io per te vorrei essere bastonata, legata, tirata per i capelli. Ti amerei di più.
      - Tu forse, - aggiunse con un sorriso un po' amaro, - tu hai paura che se ci scoprono ti costringano a sposarmi. Non aver paura.
      - Tu mi calunni - egli rispose, alquanto offeso. - L'avvenire ti dirà che tu mi calunni!
      Ella lo guardò con occhi timidi, quasi spaventata da una visione che l'anima sua neppure osava sognare. E scosse il capo.
      - Perché fai cenno di no? Che vuol dire? Credi dunque che io sia un vile? - diss'egli, offeso dalla diffidenza di lei.
      - Non è questo, fiore mio, calmati: tu non mi comprendi. Io ti amo troppo, ed è perciò che dico no, no, no. Che farei io davanti a te? Tu sei un sapiente, io sono ignorante, e non potrei esser altro che la tua serva. Ma anche se tu mi dicessi: «Ti tratterò da pari a pari, come se tu fossi la mia prima fidanzata, non avrò vergogna di te, non sarai la mia serva, ma la mia padrona» ebbene, direi sempre no perché ti amo troppo e non voglio fare la tua infelicità.
      Egli la fissava meravigliato.
      - E se dunque le proponessi di esser soltanto la mia serva?


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Amori moderni
di Grazia Deledda
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Colomba Antonio Azar