Dal fin qui detto chiaro apparisce che se gli organi delle piante, composti come sono da elementi istologici di rigida consistenza, non è dato, salvoché in pochi casi eccezionalissimi, per esempio nelle zoospore e negli anterzoidi delle crittogame, di godere della facoltà locomotrice, non ostante, il principio intelligente plasmatore delle medesime ha superato per così dire sé medesimo, ed ha supplito ampiamente al fatale difetto con mille combinazioni e disposizioni, ingegnose l’una più dell’altra. E per verità, a meno che grandemente non erri, si può sostenere che la intelligenza sviluppata in genere nella struttura funzionale delle piante, non sia da meno di quella più appariscente che si appalesa negli animali. E con ciò non intendo sostenere che negli esseri organizzati il grado di intelligenza di cui sono portatori, sia pari perfettamente ed equilibrato in tutti. La legge della uguaglianza non esiste in natura, e del pari che tra gli uomini sonvi quelli o di maggior forza fisica dotati, o di maggior potenza intellettuale o adorni di maggior bellezza, del pari che la stirpe caucasica la vince in facoltà morali ed intellettive sulle altre stirpi della specie umana, del pari che i mammiferi sono superiori di forme e di facoltà ai serpenti ed ai batrachii, del pari che l’aquila sorpassa in organizzazione lo scomparso Didus ineptus, che lo squalo eccelle sopra l’Amphyoxus, gl’imenotteri sovra i ditteri, i cefalopodi sovra gli altri molluschi, così pure nelle diverse piante hannovi diversi gradi di perfezione morfologica non meno che biologica: come avremo in seguito occasione di più diffusamente discutere e dimostrare.
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Didus Amphyoxus
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