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      Ma ben differente egli è che una cosa sia possibile e che una cosa invece sia reale. Ora gli antivitalisti, spiace il doverlo dire, commettono un deplorabile errore di logica, confondendo il possibile col reale.
      Il vitalismo suole essere più cauto e sovratutto meno dogmatico nel suo procedere. Può a’ suoi avversari objettare quanto segue. Dileggiate voi il vitalismo perché riduce ad un principio ossia ad una forza sui generis tutti quei fenomeni dei corpi organici che non possono essere, a quanto è lecito congetturare dalle attuali cognizioni, spiegati colle leggi delle forze chimiche e fisiche? Ma questo procedere che voi stimmatizzate è tutt’affatto consentaneo ai dettami della logica. Le forze sono quiddità intangibili, impalpabili, e che non si possono altrimenti da noi conoscere salvoché dagli effetti e per i fenomeni che producono. Ora dacché gli effetti sono diversi è ben più logico lo ammettere che i principii causali ossia le forze da cui procedono siano diverse, anziché il presumere e il pregiudicare che una stessa forza possa produrre fenomeni ed effetti diversi.
      Il punto della questione sta nel disaminare se i fenomeni biologici siano o non siano diversi dai fenomeni chimici e fisici. Ora il volgare buon senso di qualunque indotto ha sciolto la lite, e le indagini del dotto non fecero che mettere sempre più in chiara luce la fondamentale diversità che separa i fenomeni del mondo organizzato dai fenomeni della materia bruta.
      Ma non solo vi ha differenza tra le forze chimiche e le vitali, vi ha, quel che più monta, un deciso antagonismo, ed è qui dove a parer mio il vitalismo trionfa completamente sulla teoria avversaria.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607