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      Daran erkenn’ ich den gelehrten Herrn!
      Was ihr nicht tastet, steht euch meilenfern;
      Was ihr nicht fasst, das fehlt euch ganz und gar;
      Was ihr nicht rechnet, glaubt ihr, sey nicht wahr;
      Was ihr nicht vägt, hat für euch kein Gewicht.
     
      Nägeli insiste sulla dote della libertà in cui ripone il carattere differenziale ed esclusivamente proprio dello spirito. Ora le piante e gli animali secondo Nägeli si sviluppano per indeclinabile necessità in date forme e funzioni. Negata la libertà di sviluppo agli esseri organici, Nägeli ne trae la conseguenza di negare il principio vitale, o di amalgamarlo colle altre forze chimiche e fisiche, che hanno appunto il distintivo di agire in maniera fatale, necessaria, invariabile.
      La conseguenza è giusta ma la premessa è erronea. Non mi mancano buoni argomenti per provarlo.
      Colla rapida e condensata esposizione di parecchi fenomeni biologici a me sembra di avere nelle precedenti pagine inconfutabilmente dimostrata la intelligenza del principio informatore delle piante. Ora ove è intelligenza ivi non può non essere libertà.
      Ma pure, mi objetterebbe Nägeli, come avviene che i figli sono la ripetizione delle forme paterne se non ammettendo una indeclinabile necessità e fatalità nelle evoluzioni organiche?
      A ciò rispondo primamente come nulla osti che un principio intelligente e libero spontaneamente e volontariamente imponga imprescrittibili limiti alla sua azione, ed ami circoscriverla in una definita cerchia. Così noi non possiamo negare la qualità di esser libero al legislatore per questo solo che lo veggiamo osservare le leggi da lui escogitate e concretate.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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