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      In secondo luogo osservo che mentre io veggo benissimo necessità e invariabilità assoluta e matematica nei fenomeni della Natura inorganica, quest’assoluta e matematica invariabilità non la veggo nei fenomeni che presentano gli organismi.
      Anzi è una legge generalissima quella per cui i figli differiscono o poco o molto dai genitori. Ed anzi il principio vitale si prevarrebbe di questa facoltà o risorsa della variabilità per accumulare variazioni, e con premeditato impulso coordinarle di generazione in generazione, in modo da produrre di mano in mano nuove e più perfette forme, corrispondenti a nuove e più perfette funzioni biologiche.
      Così si spiegherebbe assai bene la diversità degli esseri organizzati oggidì esistenti, i quali sarebbero derivati da non molti tipi primordiali, per via di variazioni ordinate secondo una sapiente legge di perfettibilità (ossia di progresso nelle forme e nelle funzioni), e secondo il piano ingegnosamente trovato ed esposto in questi ultimi anni da Carlo Darwin (ma non secondo la interpretazione data dal Darwin medesimo perocché egli, nell’attuazione di detto piano, esclude l’intervento di un principio intelligente).
      Idee consonanti a quelle di Nägeli sviluppa Schleiden nel suo opuscolo Ueber den Materialismus der neueren deutschen Naturwissenschaft, Lipsia. 1863. Egli pure si professa spiritualista, rigettando il vitalismo ed il materialismo. Ciò che v’ha di buono così nel precedente che in questo scritto sta nell’acerbissima e meritata critica delle esuberanze dei caporioni della scuola materialistica moderna.


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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