ARTICOLO II. Sulle cause finaliLo spiritualismo, il materialismo e quante altre generalissime e sistematiche esposizioni delle forze che reggono il cosmo e dei prodotti di queste forze, noi già notammo nel precedente paragrafo null’altro poter essere se non che teorie più o meno probabili, per il semplicissimo motivo che l’ultima ragion delle cose si presenterà sempre come un problema insolubile alla limitatissima nostra intelligenza.
La stessa cosa non è applicabile a parer mio al sistema che illustra le cause finali. Tale sistema non è già una teoria, ma è veramente una dottrina, basata sovra inconcussi argomenti di fatto. Negare le cause finali è negare la intelligenza e il dominio della intelligenza nell’ordine dei fenomeni cosmici.
L’odierna scuola materialistica si è dichiarata fierissima avversaria delle idee teleologiche e tenta di spargere a piene mani il ridicolo sulle medesime e sovra i suoi seguaci.
Fino ad un certo punto io comprendo i motivi di questa guerra, giacché a consolidazione del materialismo e a detronizzazione dello spiritualismo molto conferirebbe il poter dimostrare che una cieca e ineluttabile fatalità governi tutti gli esseri così inorganici, che organici, e che se vi ha in natura qualche cosa che comparisca come dotata d’intelligenza. di libero arbitrio, si debba credere non essere la medesima che una mera apparenza e una fallace illusione, comparabile al fenomeno del miraggio pell’assetato pellegrino del deserto.
Comprendo, il ripeto, fino ad un certo punto questo diportarsi dei materialisti, ma mi pare che sarebbe stato più sano per essi e per il loro sistema di non negare le cause finali, i cui vestigii sono tanto patentissimi, ma piuttosto di restringersi ad affermare qualmente la ragione, la intelligenza e il libero arbitrio siano qualità e funzioni intrinseche della materia.
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