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      Vorrei anco domandar loro se meglio comprenda l’organismo dei fiori, nelle asclepiadee per esempio, un versatissimo morfologo che nei generi e nelle specie tutte di questa famiglia abbia studiato perfettamente le loro bizzarre forme, nonché le relazioni e transizioni di queste forme, oppure il biologo che ha divinato lo scopo di ciascuna e singola delle forme medesime?
      Al versatissimo morfologo sopracitato io consegnerò un fiore di Asclepias cornuti ed un fiore di Stapelia hirsuta; indi lo pregherò di sciogliermi i quesiti seguenti. Perché in entrambe queste piante il polline è aggregato in masse? Perché tali masse sono affisse mediante due bracci o codette ad un corpo duro solcato, al retinacolo? Perché questo retinacolo è solcato? Perché è così poco aderente alla fossetta glandolosa che lo produsse? Perché si trova costantemente in una identica posizione, alla estremità superiore cioè della contiguità di 2 antere? Perché i lati contigui di due antere sono sviluppati in due ale durissime, di consistenza cornea, divaricate alla base? Perché nell’Asclepias si trovano 5 cornetti nettariflui esserti? Perché nella Stapelia si trovano 5 cavità nettariflue internate? Perché i cornetti nell’Asclepias hanno una curvatura esteriore levigatissima? Perché così fatti nettarii nella Asclepias sono sovrapposti alle antere, laddove nella Stapelia sono invece alternanti con quelle? Perché la corolla nell’Asclepias è arrovesciata e piana invece nella Stapelia? Perché nella Stapelia le appendici della corona sono tanto diversamente disposte da quelle dell’Asclepias?


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
pagine 607

   





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