Perché nell’Asclepias le masse polliniche non sono marginate e marginate invece da una costa sottile amiforme quelle della Stapelia? Perché i fiori di Asclepias odorano di una grata sebben debole fragranza, e invece i fiori di Stapelia esalano un nauseante fetore cadaveroso? Perché la corolla della Stapelia hirsuta è tutta irta di peli in modo da somigliare alla pelle di un mammifero?
Come potrà il morfologo rispondere a tutte queste interpellanze? Non solo dirà che le medesime sono per lui problemi insolubili, non solo dovrà convenire che i fiori delle Asclepiadee sono altrettanti bizzarrissimi enigmi, ma credo ancora che penserà nessuno potere né oggi né mai sciogliere soddisfacentemente tali quesiti.
Or bene, il biologo che ha trovato il modo onde avviene la fecondazione presso tali piante, fuori che al primo quesito che è insolubile (perché le Asclepiadee hanno il polline agglomerato in masse, mentre nell’altre piante è sciolto?), a tutti gli altri risponde colle semplicissime proposizioni seguenti:
Perché nell’Asclepias Cornuti tutti gli organi cospirano ad uno scopo solo: che, cioè, le masse polliniche vengano estratte dalle logge delle antere di un fiore e trasportate in apposita cavità di altro fiore in posizione tale da poter emettere i loro tubuli pollinici, e che questa estrazione ed immissione venga effettuata mediante gli uncinetti delle zampe di parecchi imenotteri (Scholia hortorum e bicineta, Apis mellifica, Bombus italicus ecc.).
Perché nella Stapelia hirsuta tutti gli organi cospirano a che le due operazioni di estrazione ed immissione sovraccennate vengano eseguite non già dalle zampe degli imenotteri, ma esclusivamente dalla proboscide di alcuni ditteri (Sarcophaga carnaria, Musca vomitoria).
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