Poiché tal fiata le veggiamo affollatissime, tal fiata rade e radissime e qualche volta tra l’una e l’altra specie è scavato un abisso. Ora queste distanze non sono altro che lacune più o meno grandi e queste lacune furono visibilmente causate, 1° dalla estinzione di anelli intermedii più o meno lunghi, e 2° dalla divergenza più o meno aperta di due o più serie lineari uscite da uno stipite comune.
Pel sovradetto si comprende altresì come una diretta ed inalterata discendenza da un tipo primordiale possa trovarsi anche oggidì vivente. E per più forte ragione dicasi lo stesso per i tipi (centri) secondarii, terziarii ecc. Così, come succede nelle famiglie umane ove i proavi non infrequentemente veggiamo sopravvivere a nepoti prematuramente morti, certe alghe unicellulari, che pella loro semplicissima struttura mostrano di essere molto vicine al tipo primordiale, si poterono perpetuare fino ad oggidì, laddove intieri lignaggi di piante di nascita molto posteriore (asterofillee, lepidodendree ecc.) sono irremissibilmente scomparse dalla faccia della terra.
Da questo rapido schizzo si vede come le condizioni di reciproca affinità, proporzione numerica ecc. in cui versano oggidì gli esseri di entrambi i regni organici corrispondono a puntino coi risultati che idealmente si possono concepire meditando alcun poco sulla imagine metaforica da noi enunziata. Ciò dovrebbe bastare per indurci a dare senza più il nostro voto di adesione alla teoria della variabilità della specie, come a quella che colla massima semplicità vale a renderci conto dello stato attuale dei corpi organizzati.
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