Stringendo adunque quanto si è detto, nella nascita, incremento e complemento dei figli giocarono quattro influenze, una fatalmente ed è la virtù ereditaria, e tre liberamente e sono la potenza adaptatrice, la potenza adottatrice fisiologica e la potenza adottatrice biologica.
Sotto un altro punto di vista i caratteri dei figli possono essere classificati in tre categorie, cioè in caratteri continuativi, in caratteri ripetitivi e in caratteri neomorfici ossia né ripetitivi né continuativi.
Questi ultimi sono sempre, come già spiegammo, il risultato d’una causa libera, cioè della potenza intelligente neomorfista.
I caratteri continuativi sono per loro indole il prodotto della fatalità, e sono tutti riducibili al padrismo puro e semplice.
I caratteri ripetitivi sono per loro indole il prodotto, o
1°. della fatalità e sono riducibili all’atavismo puro e semplice, o
2°. della intelligenza e della libertà e sono riconducibili a neomorfismo ed exutivismo.
Occorre qui badare attentamente a formarsi un solido criterio e a crearsi una convinzione profonda riguardo alla radicale diversità che corre tra i caratteri ripetuti per virtù di atavismo, ed i caratteri ripetuti per virtù di neomorfismo ed exutivismo.
Sventuratamente non è possibile segnare in questo campo di ricerche un limite certo e soltanto si può in via approssimativa enunziare la tesi seguente: potersi cioè ricondurre all’atavismo la ripetizione di caratteri, quando ha luogo in esseri uniti da parentela prossima e doversi ricondurre invece a neomorfismo ed exutivismo la ripetizione medesima quando si riscontra in esseri la cui parentela è remota.
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