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      Chi non vede che il principio della fatalità non è eterno né assoluto, ma semplicemente temporaneo e contingente? Chi non vede che il suo mandato si limita e restringe unicamente alla conservazione e trasmissione per un più o men lungo ordine di generazioni di un dato numero di caratteri ch’egli ebbe in consegna; ma che non poté creare né potrà dissolvere? Egli non è che l’esecutore testamentario che consegna il patrimonio dal padre al figlio, e che, come non poté aver ingerenza nella originale accumulazione di quelle ricchezze, così non potrà avere che poca ingerenza ed efficacia sulle ulteriori vicissitudini delle ricchezze medesime: vicissitudini d’aumento in caso di figliuolo economo e di decremento in caso di figliuol prodigo.
      Questo esecutore testamentario, se vogliam proseguire nella imagine, vorrebbe per verità esercitare sui beni che trasmette una dispotica tutela, ma presto o tardi a questa sua velleità è posto un freno; e così nei regni organici come nelle umane congregazioni il principio della libertà finisce per trionfare sul dispotismo.
      ARTICOLO III. Evoluzione del regno vegetaleSe noi poniamo mente alla scala della evoluzione organologica nel regno vegetale dall’alga unicellulare elevantesi gradatamente fino alle amentacee (le quali chiudono la serie delle invenzioni così istologiche che morfologiche) noi troviamo una graduale preparazione, comparsa e scomparsa di elementi anatomici nuovi, cioè di
      1°. cellule ovoidi e sferoidi
      2°. cellule allungate
      3°. vasi scalari
      4°. cellule areolate


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Memorie di biologia vegetale
di Federico Delfino
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