Questo gruppo è notevole perché nell’abito delle foglie, del fusto, delle ramificazioni, nella comparsa del fiore in alcuni suoi membri (presso i quali si trova per la prima volta abbozzato questo concetto biologico che poi nelle fanerante od antocarpee prenderà tanta importanza), nella produzione delle gemme e dei bulbilli ecc., si accosta al tipo dicotiledone e lo prepara.
Il ciclo della evoluzione vitale nei muschi è singolarissimo e assai complicato. Consta di ben 4 fasi.
La spora germinando produce parecchie fila di cellule, le quali dopo essersi divise e moltiplicate in vari sensi, costituendo un complesso di filamenti, che venne chiamato protonema e che a me parrebbe una produzione omologa a quella del micelio nei funghi, qua e colà s’ingrossano, si tuberificano e producono parecchie pianticine.(10)
Ogni pianticina svolge asse, radici e foglie e suole all’apice delle ramificazioni assili produrre una specie di fiore (perichezio), formato da foglie alquanto maggiori e mutate di forma. Ivi si sviluppano gli archegonii e gli anteridii, oppure solo gli archegonii o solo gli anteridii; dacché si danno muschi ermafroditi e muschi dioici. La vesicola embrionale preparata in seno all’archegonio, fecondata dagli spermatozoidi contenuti in cistidi emesse dagli anteridii, comincia l’opera di una generazione interna, e produce gran quantità di spore, con processo comparabile a quello per cui le antere delle fanerante od antocarpee producono entro di loro il polline.
Il ciclo vitale nei muschi ha dunque le 4 fasi seguenti:
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