1°. formazione del polline e della vesicola embrionale;
2°. formazione della pianta.
Per ciò conseguire bastò effettuare la fusione della prima colla terza fase del ciclo vitale delle licopodiacee e rizocarpee. La quale fusione dovette fare scomparire, oltre la prima, anche la seconda fase, vale a dire la fase sporulifera e la proembrionale. O per servirsi d’altre parole, ristrinse e concentrò in un organo solo (il frutto) i fenomeni della sporulazione, della proembrificazione e della embrificazione.
Può anche dirsi che nelle piante sporofite la spora rappresenta un germe nato per partenogenesi, ma che è virtualmente ermafroditico come quello che più tardi produrrà cistidi spermatozoiche e vesicole embrionali. Ora presso le piante spermatofite, la spora più non esiste; è affatto scomparsa; la sua virtù ermafroditica si è scissa in due; una parte è toccata alla cellula maschile, e dalla fusione ne provenne il polline; l’altra parte è toccata alla cellula femminile, la vesicola embrionale, e così dovette sparire non solo la fase della formazione della spora, ma eziandio la fase della formazione che dalla spora procede, cioè la proembrionale.
Alle proembrionate succede il gruppo delle lepidocarpee o conifere, rappresentato da ordini viventi e da ordini estinti. Ordini viventi sono le cicadee, le gnetacee, le casuarinee, le abietacee. Ordine estinto è quello delle sigillariee.
Questo gruppo è assai bene caratterizzato dalla speciale forma delle antere, del polline, degli ovoli, delle scaglie florali, degli elementi istologici.
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