Lor. Jussieu.
E siccome altri potrebbe escir fuori asserendo che le casuarine sono indubbiamente angiosperme, e che perciò non possono per niun conto essere annoverate tra le gimnosperme, io penso che non si debba più oltre ammettere come carattere di divisione la gimnospermia, e propongo invece che le piante anteriormente denominate gimnosperme vengano denominate lepidocarpee o conifere. Quest’ultima denominazione non lascia luogo ad equivoci, ma, salvo poche e inconcludenti eccezioni, indica per bene la forma caratteristica della fruttificazione nelle piante tutte di questo gruppo, e inoltre richiama alla mente le consimili ed omologhe forme di frutti che si riscontrano nelle piante affini del gruppo antecedente e del gruppo succedente, cioè nelle licopodiacee e nelle calamarie da un lato, e nelle betulinee dall’altro.
Forse m’ingannerò, ma penso che al carattere della gimnospermia sia data oggidì troppa importanza ed estensione. Si presenta già molto arduo il decidere se l’esteriore involucro del seme del pino sia omologo al tegmine testaceo di un seme di faneranta, oppure alla parete di un ovario; ma concediamo pure che sia un tegmine testaceo, concediamo che le abietacee siano gimnosperme. Starà sempre il fatto che ponendo a comparazione tra loro i frutti d’una abietacea, d’una gnetacea, d’una casuarinea (e quelli fors’anco delle lorantacee, famiglia che alcuni comprendono in questo gruppo) e infine di una betulinea, si ha una scala progressiva della formazione di un ovario normale.
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