La cavità spermatofora della Welwitschia, pianta che Hooker (on Welwitschia... Transact. of the linn. Society, vol. 24°) ravvicina alle gnetacee, è una cavità avente forma di una bottiglia, con collo stretto, con bocca alquanto dilatata ad imbuto e papillosa. Lascio decidere ad uno spregiudicato se meglio non somiglia ad un ovario che ad un involucro seminale testaceo.
Finalmente succede alle lepidocarpee il quarto ed ultimo gruppo di piante, che meritamente si potrebbe appellare il tipo postumo del regno vegetale.
Denomino antocarpee oppure fanerante le piante appartenenti a questo gruppo. Preferisco queste denominazioni a quella molto più usitata di fanerogame, attesocché quest’ultimo vocabolo, in quanto antitesi del vocabolo crittogame, è divenuto un vero controsenso, dopo le scoperte fattesi ultimamente da Leszczyc-Suminski, Pringsheim, Thuret, Cohn, Milde, Bary, Hofmeister, Hanstein ed altri sulla fecondazione nelle acotiledoni. Infatti la formazione delle cistidi spermatozoiche, e la penetrazione degli spermatozoidii nel sacco aperto che contiene la vesicola femminile, osservata egregiamente in molte alghe, nei muschi, nelle felci ecc., cotale per-fetta ripetizione nel modo con cui accade la fecondazione nel regno animale, convertono a rigor di lettera le crittogame in fanerogame; laddove le dicotiledoni e monocotiledoni per l’aberrante forma dei corpuscoli fecondanti (vesicole del protoplasma pollinico?) e per la tuttodì inesplicata loro compenetrazione nel sacco chiuso che contiene le vesicole femminili meriterebbero di essere a preferenza chiamate crittogame.
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