Voltaggio è luogo amenissimo, la cui ricca flora mi offerse allo sguardo una svariata quantità di specie non prima da me osservate. Ma la stagione delle orchidee era passata, e soltanto come ultime rappresentanti di questa famiglia trovai due o tre piante di Cephalanthera rubra.(12) Vero è che il genere Cephalanthera, sebbene interessantissimo dal lato morfologico, è tra tutti i generi orchidacei quello forse, ove è meno dimostrata e dimostrabile la necessità dell’intervento degli insetti, perché la fecondazione abbia luogo. Manca infatti l’apparato glutinifero; le masse polliniche poi, prive di codette e retinacolo, sono in una posizione tale rispetto alla sottostante superficie stimmatica, che poco sforzo d’immaginazione è richiesto per restar persuasi come una scossa prodotta dal vento o da una casuale fregagione d’un qualche insetto basti a farle cadere a posto.
Darwin stesso ammette di avere notato masse polliniche cadute da sé per proprio pondo sullo stimma in alcune piante di Cephalanthera grandiflora, le quali egli usò la precauzione di difendere dall’appulso degli insetti, avvolgendole in una reticella. Ecco pertanto come l’unica orchidea da me potuta esaminare nell’anno 1865 non mi ha dato che un responso o chiarimento negativo intorno ai fatti accennati nel summentovato articolo dell’Athenæum.
Né più opportuna mi riescì la residenza in Voltaggio, quanto al propostomi studio sulle asclepiadee. Non è che io non rinvenissi nei boschi adiacenti in bastante quantità di esemplari bellissimi di Cynanchum vincetoxicum; ma i fiori di queste specie sono tanto minuti, che rendesi poco proficuo il cominciare da essa lo studio dell’interessante famiglia, cui appartiene.
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