A bella prima io le ritenni per tali, con non poca mia sorpresa per questo supposto spostamento della superficie stimmatica, la quale nelle asclepiadee sapevo essere confinata nella parte inferiore del corpo stimmatico. Ma poi vedendo come su dette lamelle non restava giammai impigliata alcuna massa pollinica, non tardò a nascermi dubbio sulla natura stimmatica delle medesime; dubbio ben presto cambiato in certezza, dacché esaminatele con la lente non iscopriva traccia alcuna della superficie papillare o epiteliale, in cui dee di necessità terminare il tessuto conduttore che mette nello stimma; anzi le scorgevo vestite di un tessuto liscio, continuo, di natura indubbiamente epidermica. Altrove riferirò alcune congetture sullo scopo che può avere questa produzione lamellare, costituente nella stessa famiglia delle asclepiadee un fenomeno isolato e ristretto a poche specie.
Nel quarto giorno finalmente ebbi la soluzione del problema. Analizzando precedentemente alcuni fiori di Physianthus, aveva già notati certi corpiccioli inseriti tra l’una e l’altra ala di due antere vicine, aventi l’apparenza di tenuissime schegge o squame, cui non posi mente, riputandoli corpi estranei che ivi si trovassero accidentalmente. Se non che una volta abbattutomi di nuovo in uno di questi, feci col temperino e col soffio di allontanarlo, ma mi accorsi, alla resistenza opposta, che il medesimo stava ivi collegato organicamente. Allora, nell’intento di metterlo bene a nudo, con destrezza e pazienza procurai di togliere tutte le parti circostanti, colle quali non avesse aderenza.
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Physianthus
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