(Orchis L.) viene ad essere fecondata per intervento della Xilocopa violacea, modo descritto e figurato nelle Contributions to the flora of Mentone by J. Treherne Moggridge (pag. I, 1864) io congetturai che analoghi fenomeni di fecondazione dovessero presentare le Asclepiadee. Né andai errato nella congettura, poiché nell’anno stesso 1865 in luglio potei sopra la Arauja albens Brot. (Physianthus Mart.) notare la precisa maniera con cui per l’appunto il sovracitato imenottero, e un grosso Bombus concorrono a fecondarla. Il miele che serve di esca è riposto in cinque piccole cavità interne alternanti colle antere. La proboscide dell’insetto nel ritirarsi da essa cavità viene facilmente impegnata in un condotto formato da guide o pareti di cornea consistenza (processi laterali ossia ale di due antere contigue). Questo condotto guida la proboscide ad incoccare infallibilmente la crena da cui è solcato il retinacolo che sostiene due masse polliniche e che perciò si attacca meccanicamente alla base di detta proboscide con incredibile forza di adesione. L’insetto se ne vola via fregiato di questa appendice, e così avviene la prima operazione, l’estrazione cioè delle masse polliniche dalle logge delle antere. L’insetto medesimo visitando altri fiori incappa nella stessa trappola, ma qui non è più la proboscide che suole essere impegnata nel condotto, è invece una delle due masse polliniche, la quale è così a viva forza introdotta in una cavità che soggiace al condotto stesso. Giunta ivi la massa pollinica non può procedere innanzi; perciò l’insetto sentendosi colto dà un forte strappo e riesce a liberarsi rompendo la caudicola che connette al retinacolo la massa medesima la quale resta così collocata nella unica posizione possibile per emettere i tubi pollinici e farli pervenire agli ovoli.
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