Le api spesso vi lasciano le zampe, non sempre potendole estrarre dalla stretta del condotto; ne vidi anzi alcune lasciarvi alcune articolazioni delle zampe, e non ostante proseguire la visita di questi pericolosi fiori. Il bombo italico, intelligentissimo tra gli insetti, non si lascia vedere sulle ombrelle di questa Asclepias che il primo e il secondo giorno della fioritura. Non avendovelo più notato in seguito arguisco che, istrutto dal pericolo, esso non ami esporvisi ulteriormente.
Quanto all’Asclepias angustifolia vidi operare la traslazione dei pollinari dalla sola ape comune; e quanto all’Asclepias curassaviva notai un imenottero, minore dell’ape nella statura, coll’addome ad anelli alternativamente neri e gialli, che non potei determinare ma che probabilmente è un Halictus.
Tanto la estrazione quanto la immissione dei pollinari può, in tutte e tre le specie succitate di Asclepias, eseguirsi artificialmente con estrema facilità, adoperando fibre sottili tolte a foglie di Agave o di Yucca. Tentai la fecondazione reciproca tra la Asclepias Cornuti e l’Asclepias curassaviva, servendomi di fibre di Yucca per eseguire questo incrociamento. Tra l’Asclepias cornuti femmina e l’Asclepias curassaviva maschio l’incrociamento non riuscì; mi riuscì invece tra l’A. curassaviva femmina e l’A. cornuti maschio. La parte carpellare, il pappo, gli involucri seminali si svilupparono egregiamente, ma l’embrione fece assolutamente difetto. Nel Gomphocarpus, genere che pochissimo differisce dal precedente, la fecondazione succede nella maniera identica, cioè per mezzo degli uncini di zampe di imenotteri.
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